giovedì 29 dicembre 2011

SCALE DI DOLORE

Credo che il dolore e la sofferenza non siano necessariamente qualcosa di soggettivo.
Lo stesso individuo può piangere per una puntura di insetto e restare impassibile per la morte di qualcuno. L'importante è che il soggetto si renda conto dell'abisso che separa le due cose e ne sia pienamente consapevole. Alcuni dicono di conoscere il "DOLORE", quello con la D maiuscola. Ma per piacere. Nel momento in cui queste persone fanno affermazioni del genere e ti guardano negli occhi, puoi sentire la puzza di coglionata da chilometri. Ti parlano di sensi di colpa, di inadeguatezza, di attacchi di panico terribili, di catene...quando in realtà non c'è nulla di tutto questo. Arrivi a conoscere meglio questi esseri e capisci che sono sempre stati dentro alla loro campana, al sicuro da tutto, inconsapevoli di qualsiasi cosa possa riguardare il baratro dell'animo umano. La cosa peggiore che può essere capitata loro è affrontare la morte del gatto di casa.
E allora...mi chiedo il perchè di tutta questa messinscena.
A parte cercare di risultare interessanti o calarsi in un personaggio che possa suscitare compassione, non riesco a capire il perchè.
Solo uno spreco di carne umana. Tutto qui.

Nessun commento:

Posta un commento