Ho imparato che, se soffri, sei un peso per gli altri.
Se stai male, devi farlo in silenzio, in privato, senza esternare niente a nessuno, senza rompere i coglioni al prossimo. Devi sorridere sempre, parlare in modo politicamente corretto e comportarti di conseguenza.
Se non fai anche solo una di queste cose, sei fuori dai giochi.
Certo, determinati imbecilli possono venire a dirti che "nessuno ti ha puntato una pistola alla tempia, imponendoti di comportarti in modo sbagliato"... ma sappiamo tutti che questa psicologia spiccia è solo un cumulo di merda.
Quando il cervello "sbrocca", è ESATTAMENTE come se qualcuno ti minacciasse con un' arma.
In quei momenti, non hai il controllo (scusa se ti contraddico, Caccolò) e non puoi ponderare le conseguenze di certe azioni senza senso o addirittura dannose.
Ma tanto, cosa stiamo a parlare di certe cose, visto che non ne sai nulla? Continua pure a danneggiare le auto di chi parcheggia male: quello è proprio il tuo mestiere.
In ogni modo, è passato un anno.
Un anno in cui mi sono allontanato (e sono stato allontanato) da tutto e da tutti.
Un anno in cui ho distrutto tutto per l'ennesima volta ed ho iniziato a ricostruire tutto.
Credo di aver cancellato la definizione che mi voleva come "un Mattia Pascal che ha avuto zilioni di possibilità di rifarsi una vita e le ha buttate via tutte".
Questa, probabilmente, è davvero la mia ultimissima occasione. Ed è un'occasione preziosa, visto che non si parla di "accontentarsi". Come mio solito, sarei portato a dire "poteva anche andarmi meglio", ma non lo dirò come segno di rispetto all'ennesima possibilità che mi è stata offerta. E, ripeto, è una Signora Possibilità.
Ho distrutto troppe cose belle, negli ultimi tempi.
Ma questa volta terrò a bada "il cane nero" e, comunque andranno le cose, ne uscirò a testa alta.
O quasi.
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